LA SALUTE
LA PECORA NERA
Genere: Commedia Drammatico
Nazione: Italia 2010
Regia: Ascanio Celestin
Cast: Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis, Nicola Rignanese.
Soggetto: Ascanio Celestini, Ugo Chiti e Wilma Labate
Sceneggiatura: Ascanio Celestini, Ugo Chiti e Wilma Labate
Produttore: Alessandra Acciai, Carlo Macchitella e Giorgio Magliulo
Produttore esecutivo: Passione
Direttore della Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Giogiò Franchini
Scenografia: Tommaso Bordone
Costumi. Grazia Colombini
Trucco. Marco Altieri
Produzione: Madeleine
Distribuzione: Bim Distribuzione
Nei "favolosi anni '60", Nicola cresce tra matti veri e immaginari, genitori inesistenti ma reali, la nonna e una suora dispensatrice di buoni consigli (e non solo...). Sogna di mangiare cento, mille cremini, di spedire il suo compagno Pancotti Maurizio nel pianeta dei deficienti e di far breccia nel cuore di Marinella. Con il suo tipico stile candido quasi infantile, molto poetico, Ascanio Celestini racconta una vicenda difficile riuscendo a muovere l'animo dello spettatore. Ci si commuove, ma allo stesso tempo si ride; ci si arrabbia e indigna di fronte all'assurdità di una pazzia che appare quasi imposta dalla barbarie inumana di un'ambiente familiare senza fondamenti e senza scrupoli.
LA COSTITUZIONE COME AMICA
a cura di Michele Del Gaudio
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LA SALUTE​
La salute non solo è un diritto, ma anche un bisogno della collettività, perché ognuno di noi ha un ruolo nella società, a cui quindi stanno a cuore le condizioni psicofisiche di tutti i suoi membri. Il sistema sanitario attuale offre il suo servizio a tutti, indistintamente e indipendentemente dal reddito, e si inquadra nella linea costituzionale, che prevede l’assistenza delle strutture sociali tutte le volte che la persona ha bisogno, dalla culla alla tomba. Se ci sono problemi, in particolare di natura finanziaria, interviene lo Stato per assicurare: la nascita in condizioni ottimali; le cure necessarie per le malattie, e per altri seri inconvenienti, nel corso della vita; una sepoltura dignitosa dopo la morte. Qualcuno vorrebbe scimmiottare l’ordinamento americano, che privilegia il privato sul pubblico e pone le spese a carico di ogni utente, che spesso ha una copertura assicurativa. Per un benestante può essere addirittura meglio. Stipula una buona polizza e gode di cliniche più che confortevoli, specialisti all’avanguardia, medicine di ultima generazione, senza doversi imbattere nelle inefficienze dell’apparato statale. Ma ci pensate ai vecchi poveri e soli? Ai giovani in attesa di impiego? Ai disoccupati? Ai lavoratori che tirano la cinghia fino alla fine del mese? Possono procurarsi un’assicurazione accettabile? Sono operati da chirurghi o macellai? In nosocomi in cui vi sono più infermieri o scarafaggi? Sarebbe ingiusto riservare terapie avveniristiche ai primi e quel che si può ai secondi. La salute è un diritto di tutti: non se ne può avere solo tanta quanta se ne può comprare!